venerdì 12 febbraio 2016

Festival della filosofia


C'è un breve periodo dell'anno, 3 giorni solitamente nella terza settimana di settembre, in cui la città di Modena si trasforma. Fioriscono bancarelle di libri e iniziative di ogni tipo in tutto il centro della città. Gruppi di giovani e di famiglie brulicano per le strade e affollano i bar. I musei aprono le porte fino a mezzanotte e per questi tre giorni non richiedono biglietti. E soprattutto le piazze prendono vita! Si riempono di persone, tantissime persone in piedi, sedute, sedute per terra, in bici, e chi ci passa non può che fermarsi almeno per qualche minuto. Perché le piazze assumono una voce in quei tre giorni -ogni ora diversa per argomento, lingua, timbro- e come si fa a non fermarsi, anche solo per il fascino?!

Ma non solo per il fascino, il festival della filosofia è animato da “sapienti” che sanno parlare benissimo e spaziano su tutto. Non solo filosofi, ma sapienti di “razze” anche molto diverse. Anzi, personalmente i filosofi sono quelli che evito.
In genere ricerco conferenze con della sostanza, senza troppi paroloni e titoli che non capisco, ma che alla fine mi diano qualcosa e mi facciano sentire almeno un minimo “cresciuto” come persona. E devo dire che da 6 o 7 anni (da quando ci vado) ne ho sempre trovate di conferenze così. E poi non solo conferenze, e nemmeno solo a Modena! Fra le vicine Carpi e Sassuolo si trovano facilmente film, documentari, concerti e spettacoli se si legge bene il programma. Anche questi tutti gratuiti.



E' soprattutto per un sentimento di riconoscenza e gratitudine che sto scrivendo questo articolo. Si dice spesso che in Italia non si investe nella cultura, nella ricerca ecc ed è vero. Però ci sono eccezioni come questa che confermano la regola, e che vanno tutelate e valorizzate. Il fatto che spazi pubblici, chiese, musei, monumenti vengano attrezzati e aprano le porte per ospitare a titolo gratuito eventi culturali di spessore è per me una cosa bellissima. Spero quindi che il festival della filosofia mantenga questa linea e non segua l'esempio di altri festival (come quello della letteratura di Mantova o quello …......... di Sarzana) che hanno recentemente inserito un biglietto per poter assistere alle iniziative, trasformandole di fatto in spettacoli a pagamento. Infatti il bello di questo festival, per me, è anche la possibilità di viverlo alla giornata e lasciare spazio agli imprevisti e alle sorprese. D'altronde essendoci così tanto bisogna per forza mettersi il cuore in pace, scegliere i propri “irrinunciabili” e per il resto del tempo prendere ciò che passa in convento o ciò a cui conducono l'istinto e le sensazioni.

Se si ha modo, ad esempio attraverso parenti o amici generosi, consiglio di provare a vivere il festival e la città dall'interno, e non da fruitori pendolari. Avviarsi la mattina verso il centro storico di una delle tre città dove si svolge e restarci. Alzarsi dal posto a sedere faticosamente guadagnato se la conferenza non interessa e iniziare a girovagare. Comprare un libro e un pezzo di focaccia. Entrare nei musei civici o nei palazzi della città. Tornare lentamente in casa per pranzo o per cena e poi uscire ancora per i programmi serali, e per le città di notte. Che, vedrete, quasi, non riconoscerete più! Come accennato il festival si svolge su tre città contemporaneamente, che sono vicine (una più a sud e l'altra più a nord rispetto a Modena) ma non poi così vicine. Occorre quindi un mezzo a motore se ci si vuole spostare o una tabella degli orari di treni e autobus.

Infine un informazione poco conosciuta: ogni anno c'è la possibilità per 20 studenti di università italiane o straniere di fare richiesta per ottenere una borsa di studio (utile a coprire i costi di viaggio e soggiorno) e vivere il festival a stretto contratto con i suoi protagonisti.

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